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 Albicocca: Proprietà e Benefici

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Amore
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MessaggioTitolo: Albicocca: Proprietà e Benefici   Albicocca: Proprietà e Benefici Icon_minitimeSab Giu 09, 2012 4:36 pm

L'ALBICOCCA

Albicocca: Proprietà e Benefici Albico10


Proprietà e Benefici
L'albicocca è un frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee ed alla specie Prunus Armeniaca; la pianta dell'albicocco è originaria della Cina dove era già conosciuta nel 3.000 avanti Cristo. Fu diffusa in tutta Europa dai romani dopo la conquista dell'Armenia e da questa regione, dove era chiamata mela d'Armenia, ( Armeniacum malum ) prese anche il nome. La pianta delle albicocche, allo stato selvatico, può superare i 10 metri di altezza, fiorisce in primavera ed i suoi frutti, a seconda della specie, maturano da giugno fino a fine luglio. Stati Uniti, Spagna, Italia, Francia e Grecia sono i maggiori stati produttori di albicocche a livello mondiale. Le varietà di albicocca sono molte e, anche se i gusti sono simili, le dimensioni ed i colori variano a seconda della specie.
Come tutta la frutta l'albicocca è composta in gran parte da acqua (85% circa), proteine in minima parte, glucidi e fibra alimentare; buona la presenza di minerali, soprattutto il potassio a cui fanno seguito calcio, fosforo, sodio e ferro. Per quanto riguarda le vitamine da sottolineare la presenza in buona percentuale della vitamina A, C e PP; due etti di albicocche forniscono il fabbisogno giornaliero di vitamina A per una persona adulta.
Molto basso l'apporto calorico che corrisponde a 28 calorie fornite per 100 grammi di polpa di albicocca.

Proprietà Curative e Benefici dell'Albicocca
Premettiamo che grazie all'alto contenuto di vitamina A e vitamina C in unione con l'abbondanza di potassio e di fibre alimentari, l'albicocca, grazie anche alla sua buona digeribilità, è senza dubbio un frutto con buone proprietà dal punto di vista nutrizionale. Infatti la sua assunzione è particolarmente indicata per chi ha problemi di anemia o di spossatezza cronica, per le persone convalescenti, per gli anziani e per i bambini nell'età della crescita. La vitamina A è altresì utile per lo sviluppo delle ossa e per il corretto funzionamento di tutti i tessuti del nostro organismo, mentre, l'alta percentuale di potassio presente nell'albicocca è in grado di prevenire vari disturbi a livello nervoso e muscolare. Sempre a proposito della vitamina A ricordiamo che essa è in grado di stimolare la produzione di melanina, la sostanza responsabile dell'abbronzatura e della protezione della pelle. Il sorbitolo invece conferisce all'albicocca leggere proprietà lassative.

Albicocche secche
Una delle caratteristiche delle albicocche secche è quella di mantenere intatti i sali minerali che si trovano normalmente nel frutto fresco e, cosa più importante, è l'alto contenuto di fibra alimentare, che, grazie alle sue proprietà è in grado di apportare benefici alle funzionalità dell'intestino e di ridurre il tasso di colesterolo e di zucchero presenti nel sangue. Un etto di albicocche secche ha un apporto di circa 200 calorie.

Laetrile o Vitamina B17 e Semi di Albicocca
I semi contenuti nel nocciolo dell'albicocca contengono la vitamina B17 ( laetrile ), una sostanza che sembra in grado di aggredire ed annientare le cellule malate dell'organismo, in particolare quelle di alcuni tipi di tumore; secondo una ricerca condotta dal dott. Dean Burk del National Cancer Institute, pare che la vitamina B17 reagisca con l'enzima glucosidase che è presente solo nelle cellule malate.
In presenza di questo enzima la vitamina B17 reagisce sprigionando cianuro che annienta le cellule cancerose mentre le cellule sane non vengono attaccate in quanto non contengono l'enzima glucosidase che è l'unico in grado di attivare la vitamina B17 a produrre cianuro.
Motivo questo che dovrebbe indurci a consumare ogni tanto qualche seme di albicocca, anche a scopo precauzionale.

fonte: http://www.mr-loto.it/albicocca.html





L’albicocca
Conosciuta in Cina da 4000 anni, Alessandro Magno la scopri' in Armenia ma furono gli Arabi a portarla nel bacino del Mediterraneo. Ricca di vitamina A e' molto indicata per la cura della pelle - di Marisa Paolucci[/i]

L’albicocco (Prunus armeniaca) proviene dalla Cina e dall’Asia Centrale. e' un albero dalle foglie di color verde intenso. Alessandro Magno scopri' i suoi frutti durante una spedizione in Armenia ma furono gli Arabi a portare la pianta nel bacino del Mediterraneo. L’albicocca e' stata considerata fin da subito un frutto esotico e rarissimo.
I medici arabi ne scoprirono le virtu' farmacologiche: la usavano per curare il mal d'orecchi e anche per lenire i fastidi delle emorroidi. Questo frutto della famiglia delle Rosacee il cui nome deriva dal latino praecoquus, precoce, dall'arabo al-barquq, possiede insospettate virtu' terapeutiche. L'albicocca stimola la produzione di emoglobina, la proteina che trasporta il ferro e da' colore al sangue, un frutto anti-anemia per eccellenza. Essa contiene molti zuccheri, sali minerali, e oligo-alimenti: magnesio, fosforo, ferro, calcio sodio, zolfo, manganese e potassio. Il basso contenuto calorico sebbene accompagnato dal sapore zuccherino la rendono appropriata per chi segue una dieta ipocalorica. L'albicocca e' ricca di vitamina C ed A, o per meglio dire di beta-carotene; questa vitamina e' fondamentale per la produzione da parte del nostro corpo della melanina, la sostanza che ci fa abbronzare e ci protegge dai raggi del sole. Il beta-carotene inoltre ha anche altre proprieta', come quella di proteggere il nostro corpo dalla cancerogenesi indotta da agenti chimici, di rendere piu' acuta la capacita' visiva, di rinforzare le ossa e i denti, di potenziare le difese immunitarie contro le infezioni respiratorie, contro gli elementi tossici dell'aria inquinata e contro i danni del fumo.
Le albicocche vanno scelte con cura, il colore deve essere vivo, dal giallo all'arancio e la polpa se premuta deve cedere leggermente, si conservano per poco tempo al massimo 3 o 4 giorni, in frigorifero possibilmente in un sacchetto di plastica. Oltre a essere consumate fresche, sono molto gustose anche essiccate, in marmellata, canditi, succhi di frutta. Numerose sono le proprieta' di questo frutto: e' molto nutritivo quando e' consumato maturo, ha proprieta' astringenti ed e' consigliata nella cura delle diarree, ma deve essere evitata da chi ha digestioni difficili e dolorose, mangiata secca invece ha proprieta' lassative. Per la sua ricchezza di vitamine A, B, C, PP oltre a essere raccomandata per le anemie e' consigliata in convalescenza e in caso di inappetenza. Nella tradizione l'albicocca e' un rigeneratore di tessuti, un equilibrante nervoso capace di aumentare le reazioni naturali di difesa dell'organismo.
Nella cosmesi popolare l’albicocca e' stata sempre accoppiata alla cura della pelle. L’olio ottenuto dai suoi semi e' molto efficace sia per il trattamento delle smagliature che delle rughe.
La cosmesi naturale ci offre numerosi consigli: Il succo di albicocca puo' essere utilizzato come

Tonico per le pelli normali:
centrifugate il succo di un'albicocca matura e stendetelo sul viso precedentemente pulito e lasciate che venga assorbito. Togliete poi l'eccesso con un batuffolo di cotone imbevuto in acqua tiepida.

Impacco idratante:
mettere in poca acqua bollente due albicocche spezzettate e lasciare in infusione per tre minuti poi scolarle e lasciarle raffreddare. Schiacciare i frutti fino a ottenere una polpa morbida e aggiungere un cucchiaio di olio d'oliva. Stendere sul viso e lasciare per venti minuti, poi risciacquare. Applicare una o due volte a settimana.

Maschera per l'abbronzatura:
per aiutare la pelle ad abbronzarsi in modo intenso e omogeneo. Prima di cominciare a esporsi al sole si puo' preparare la pelle con una maschera ottenuta schiacciando la polpa di cinque albicocche da tenere in posa sul viso per almeno venti minuti.

Emolliente per le mani:
un composto centrifugato di questi frutti e' un toccasana per le mani stanche e screpolate che immerse per dieci minuti di relax diventano morbidissime.

Maschera antirughe:
schiacciare quattro albicocche in un mortaio con un cucchiaio di yogurt intero. Applicare sul viso pulito per 15 minuti e poi sciacquare con acqua tiepida. Il trattamento va ripetuto due volte alla settimana. Si tratta di una maschera antirughe nutriente per il suo apporto di vitamina A che risveglia le cellule epidermiche e dona un colorito sano: il retinolo direttamente dalla natura.

fonte:http://www.lapelle.it/alimentazione/albicocca.htm





Albicocca su Wikipedia
Frutti di albicocco
Per informazioni sulla pianta di albicocco e le sue varietà vedi Prunus armeniaca
L'albicocca è il frutto dell'albicocco (Prunus armeniaca), famiglia delle Rosacee, genere Prunus, specie Prunus armeniaca.
La pianta appartiene alla stessa famiglia e genere di frutti quali la ciliegia, la pesca e la prugna. Con alcuni di questi sono stati prodotti vari ibridi molto apprezzati dai mercati in cui sono stati introdotti.

Origine e diffusione successiva
L'albicocco è una pianta originaria della Cina nordorientale al confine con la Russia. La sua presenza data più di 4000 anni di storia. Da lì si estese lentamente verso ovest attraverso l'Asia centrale sino ad arrivare in Armenia (da cui prese il nome) dove, si dice, venne scoperta da Alessandro Magno. I Romani la introdussero in Italia e in Grecia nel 70-60 a.C., ma la sua diffusione nel bacino del mediterraneo fu consolidata successivamente dagli arabi, infatti Albicocco deriva dalla parola araba Al-barquq. L'albicocca crescerebbe in natura selvatica in Cina da ben 4.000 anni. Oggi è diffuso in oltre 60 paesi e viene coltivato in climi caldi o temperati e relativamente asciutti.

L'albero e il frutto
Si presenta come alberello a foglia caduca che può raggiungere i 12-13 metri allo stato selvatico. Nelle coltivazioni, tuttavia, la pianta viene tenuta sotto i 3,5 metri per agevolare la raccolta dei frutti. Ha una chioma a ombrello, con tronco e rami sottili e leggermente contorti. Le foglie sono ellittiche, con punte acuminate e bordo seghettato e piccioli rosso violaceo. La larghezza media è di 7-8 cm, ma varia da una cultivar (varietà) all'altra, pur restando più larga di altre piante della medesima famiglia. I fiori sono molto simili ai loro cugini ciliegio, pruno e pesco. I fiori sono singoli, ma sbocciano a gruppetti che si situano all'attaccatura delle foglie. Hanno 5 sepali e petali, molti stami eretti e variano dal bianco puro ad un lieve colore rosato. La pianta viene impollinata usualmente dagli insetti (api) e non richiede impollinazione manuale. Non presenta di norma fenomeni di autosterilità, e quindi anche un albero singolo fruttifica regolarmente.
Il frutto ha contenuto di 48 calorie ogni 100 grammi di peso. Le stagionalità di raccolta sono Giugno, Luglio, Agosto.

Le varietà
Esistono numerose varietà, per lo più con limitata diffusione, a causa di una difficoltà di adattamento tipica di questa specie.

Pindos: Varietà precoce, la si può iniziare a raccogliere verso la fine di maggio. Ha un portamento poco vigoroso. Produce frutti di buona pezzatura purché si pratichi il diradamento.
Diavole: Varietà molto coltivata in Campania, caratterizzata da un portamento vigoroso e da una spiccata longevità. Produce frutti con pigmentazione rossastra e di discreta pezzatura previo diradamento.
Preole: Varietà coltivata soprattutto in Campania, con portamento poco vigoroso e frutti di piccola pezzatura.
Reale di Imola: Varietà un tempo coltivata in Emilia-Romagna, matura in questa regione nel mese di luglio. Il frutto è di pezzatura media, di color oro e con polpa gialla. Viene abbandonata perché i frutti della stessa pianta maturano scalarmente e quindi necessitano più passaggi per la raccolta. Ha un difficile adattamento ad altre condizioni climatiche.
Valleggina: Chiamata anche "Albicocca di Valleggia", viene coltivata nell'entroterra savonese. Il maggior centro produttivo si colloca nella piana di Valleggia (da cui prende il nome), situata alle spalle dei comuni di Savona e Vado Ligure e terminante nel comune di Quiliano. Il frutto è riconoscibile per il colore arancione brillante, pigmenti rosso acceso con una spiccata mascheratura rossa, di media pezzatura. Il periodo di raccolta si colloca tra la fine di giugno e l'inizio di luglio.
Amabile Vecchioni: Albero che produce frutti grandi che maturano solitamente negli ultimi dieci giorni di giugno. La fioritura avviene nel mese di marzo e precede quasi tutti gli altri alberi da frutto. Non teme i climi e le temperature più rigide ma prospera come ogni albicocco in climi caldi e asciutti.
Thyrintos: È una varietà molto precoce, che matura al Nord Italia nella prima settimana di Giugno. I frutti sono di grande pezzatura, per questo continua ad essere offerta su tutti i mercati. Risulta abbastanza sensibile alla moniliosi, benché la malattia non abbia solitamente cause letali sulla pianta.

Clima necessario
La pianta in sé non patisce il freddo e sopporta temperature davvero rigide, tuttavia fiorisce molto presto rispetto a quasi tutti gli altri alberi da frutto e questo rende la produzione di albicocche vulnerabile alle gelate primaverili. Inoltre l'albicocco è soggetto a funghi se troppo bagnato e le albicocche stesse possono marcire sulla pianta: questi fattori hanno determinato la sua diffusione in climi caldi e asciutti, dove il rischio di gelate è minore e minori sono le precipitazioni.

Raccolto
Il frutto, detto drupa, ha una dimensione tra i 3,5 e i 6 cm, un colore giallo uovo-arancio con lievi sfumature rosse e una buccia leggermente vellutata. Presenta un seme singolo, che somiglia ad una mandorla. Gli albicocchi sono abbastanza precoci e cominciano a fruttificare già dal secondo anno, ma la piena produzione non inizia prima del terzo/quinto ed è più abbondante su alberi piccoli, e rami corti. Le albicocche necessitano di un periodo dai 3 ai 6 mesi per svilupparsi e maturare e sono prevalentemente raccolte a mano dai primi di maggio alla metà di luglio.

L'albicocca in cucina
Le albicocche vanno scelte ben mature e consumate entro pochi giorni dall'acquisto poiché sono frutti deperibili. Proprio per questa loro fragilità vengono conservate o trattate in numerosi modi: essiccate (specie negli USA), sciroppate e conservate in lattine o congelate. Altrettanto comuni sono i prodotti derivati: il succo, la marmellata e la gelatina di albicocca, molto usata in pasticceria per apricottare (da Apricot, il nome in inglese di tale frutto) torte e pasticcini. L'apricottatura consiste nello spennellare la superficie di una torta di gelatina di albicocche prima di glassarla. Un esempio classico di questa tecnica, molto diffusa, è la famosa torta Sacher.
Le albicocche vengono impiegate solitamente in preparazioni dolci di vario tipo come gelati, sorbetti, marmellate e gelatine, succhi e sciroppi, torte e pasticcini. Tuttavia il loro gusto lievemente acidulo le rende adatte anche ad accostamenti salati, come le salse di accompagnamento alle carni rosse.
Il seme dell'albicocca quanto quello della Pesca viene detto armellina. Le Armelline hanno usualmente un retrogusto gradevolmente amarognolo e vengono usate in pasticceria come essenza, come ingrediente negli amaretti, in sciroppi o liquori e in generale in abbinamento alle mandorle dolci per renderne più interessante il gusto. Tuttavia il loro consumo viene limitato ad un uso aromatico poiché, come le foglie e i fiori dell'albicocco, contengono un derivato dell'acido cianidrico che, ad alte dosi, risulterebbe altamente tossico. Sebbene nel tessuto delle piante questa sostanza sia presente in percentuali molto basse e non pericolose, le Armelline vanno mangiate con parsimonia ed è sconsigliabile farle mangiare ai bambini.

L'albicocca nella nutrizione
L'albicocca è ricca di vitamina B, C, PP, ma soprattutto di carotenoidi, precursori della vitamina A. Due etti di albicocche fresche forniscono il 100% del fabbisogno di vitamina A di un adulto. La vitamina A protegge le superfici dell'organismo, interne ed esterne. La sua carenza provoca secchezza della pelle e delle mucose respiratorie, digerenti e urinarie. La sua carenza può portare alla facile rottura delle unghie, alla presenza di capelli fragili e opachi, a certe difficoltà nella cicatrizzazione delle ferite, addirittura a un arresto nella crescita e a un'aumentata fragilità ossea. Ma le più note conseguenze della carenza di vitamina A sono le alterazioni dell'occhio e della vista: diminuzione della capacità visiva (specialmente notturna), lesioni della cornea fino alla cecità, infiammazioni delle palpebre con formazione di croste e caduta delle ciglia.
L'albicocca è ricca di magnesio, fosforo, ferro, calcio, potassio e questo ne fa un alimento irrinunciabile per chi è anemico, spossato, depresso, cronicamente stanco. Si raccomanda ai convalescenti, ai bambini nell'età della crescita e agli anziani, ma è sconsigliato a chi soffre di calcoli renali. Il frutto fresco è astringente, se essiccato lassativo.
Valori nutrizionali medi: carboidrati: 6,5; proteine: 0,4; grassi: 0,1; acqua: 86,3; calorie: 28. Parte edibile: 94%; calorie al lordo: 26. Vitamina A (retinolo equiv. 360 microgrammi/100 gr. p.e. - Fonte: Tabella INRAN) Potassio: 320 mg /100gr. p.e.
L'albicocca nella medicina alternativa

Avvertenza
Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo: non costituiscono e non provengono né da prescrizione né da consiglio medico. Wikipedia non dà consigli medici: leggi le avvertenze.
La tradizione della medicina antica riporta l'uso del cianuro ricavato dall'albicocco e dai suoi frutti contro l'esaurimento, l'ulcera e il tumore.
Per trattare quest'ultimo viene tutt'oggi ricavata una sostanza, il Laetrile, che dovrebbe rilasciare cianuro solo legandosi ad un enzima attivo nelle cellule cancerose, che sarebbero così colpite, trattate e distrutte direttamente dal veleno. La terapia è tuttora legale in Messico e in Australia. Numerosi paesi la ritengono inutile, se non dannosa: il dibattito (e la polemica in merito) è tuttora vivo e aperto.

Etimologia
Sull'etimologia della parola "albicocca" esiste qualche perplessità. La maggioranza degli studiosi concorda tuttavia sul fatto che la parola di riferimento sia araba ( al-barqūq ) e che questa sia stata adottata poi nel tardo latino praecox, nel senso di "precoce". Da essa deriverebbe la parola "percocca", usata essenzialmente per indicare una varietà di pesca e per un ibrido fra pesco e albicocco.
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