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 Anthony Elenjimittam

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MessaggioTitolo: Anthony Elenjimittam   Anthony Elenjimittam Icon_minitimeMar Ott 25, 2011 3:12 pm

Padre Anthony Elenjimittam (1915 - 2011)
L’apostolo itinerante dell’unione delle religioni

Anthony Elenjimittam Anthon10

La singolare esperienza di Padre Anthony che, indiano, si fa frate domenicano, che per anni vive con protestanti, buddisti, teosofi, indù, lamaisti, parsi, theravadin, e che è ormai divenuto un apostolo itinerante dell’unione delle religioni, ci parla della vocazione spirituale del mondo d’oggi nel suo disperato bisogno di comprensione e di fratellanza. In adempimento al mandato, ricevuto dal Mahatma Gandhi prima, e da Papa Giovanni XXIII poi, di operare per la mutua comprensione di tutte le religioni, egli viaggia frequentemente in occidente tenendo conferenze sulle culture religiose dei due emisferi e dando l’esempio di una vita dedicata ai grandi ideali.
È fondatore della missione Sat Cit Ananda in Europa e della Welfare Society for Destituite Children a Bombay.
Padre Anthony nacque in un una famiglia tradizionalmente cattolica di Kundanoor, Cochin, nello stato indiano del Kerala, il 22 giugno del 1915. Dopo gli studi superiori, all’età di quindici anni, entrò nei seminari cattolici di Ernakulam, Triakakara e Alwaye. Dopo aver completato gli studi di latino e di filosofia scolastica, Padre Anthony si unì all’Ordine Domenicano nel 1935 e fece il suo noviziato a Pistoia in Italia, e poi gli studi teologici all’Angelicum di Roma. Una volta diplomato fu ordinato la sera di Natale del 1939, a Roma, dopodiché fu impegnato nell’insegnamento e nella predicazione a Roma, Perugia e Teramo.
Nell’anno 1942 si trasferì in Inghilterra ma, a causa delle sue attività politiche a favore dell’indipendenza dell’India, fu prima trattenuto nel campo di detenzione di Londra per due mesi, poi internato nel priorato di Hawkesyard. Successivamente, padre Anthony ottenne una borsa di studio dal Manchester College di Oxford e fece un anno di ricerche sulla tesi: “L’unità religiosa dell’Umanità” o DHARMADVITHAM. Stette con i domenicani inglesi al Blackfriars di Oxford e poi a Londra per un breve periodo, ma poi li lasciò desiderando iniziare a camminare con le proprie gambe e continuare i suoi studi e ricerche senza nessuna imposizione autoritaria o condizionamento.
Si guadagnava da vivere come giornalista in Fleet Street a Londra lavorando alla Unican Instrument Company di Cambridge, una ditta di strumenti ottici bellici, e alla Film Library dell’Imperial Institute di Londra. Fino al 1945 Padre Anthony lavorò anche strettamente con Krishna Menon alla Lega Indiana, con Swami Avvyaktananda del movimento Vedanta di Londra, con Bhikhu Titilla, un monaco buddista birmano della Buddhist Lodge, e con Hari Prasad Shastri della Shanti Sadan di Londra.
Ritornato in India dopo la guerra, Padre Anthony divenne redattore dell’Indian Messenger, l’organo settimanale del Sadharan Brahmo Samaj di Calcutta dal novembre del 1945 fino al 1948, e anche redattore aggiunto all’Eastern Express di Sri Makhanlal Sen, un quotidiano inglese di Calcutta. Passò sei anni a Calcutta e qui fondò una rivista mensile, l’Horizon e una bimestrale, lo Young Patriot, insieme a Niharendu Duatt-Mozundar. A Calcutta pubblicò anche i suoi primi tre libri: L’Eroe dell’Industan (Subhas Chandra Bose), Il Poeta dell’Industan (Rabindranath Tagore) e Hindustan Hamara o Nostra India. Durante i suoi sei anni di vita a Calcutta viaggiò a lungo in India visitando l’Himalaya sedici volte, associandosi alla Mahabhodi Society of India, alla Quaker Ambulance Unit, alla Società Teosofica e, specialmente, al Ramakrishna Mission Institute of Culture, nel quale visse e lavorò per due anni, sia a Calcutta che in altri centri monastici della Missione Ramakrishna-Vivekananda.
Negli anni in cui fu a Noakhali, Padre Anthony conobbe ed ebbe l’onore di lavorare con colui che considerò da subito il proprio guru: il Mahatma Gandhi.
Quell’incontro segnò profondamente la vita di Padre Anthony e l’ammirazione per questo grande Uomo si comprende da queste frasi che scrisse egli stesso: “L’immensa devozione amorosa verso Dio induce a quella pratica di vita che è detta ‘Bhakti Yoga’, amore e servizio a Dio attraverso le sue creature, che trova un grande esempio nella cristianità in San Francesco d’Assisi. Al pari di lui, Gandhi sposò Madonna povertà, come Gesù che, nato in una stalla, visse in qualche grotta, non ebbe mai casa e morì sulla croce, fra il cielo azzurro e la terra aspra”.
Gandhi affidò a Padre Anthony la difficile missione di lavorare per la riunione delle religioni e in seguito la missione gli fu confermata anche da Papa Giovanni XXIII, suo grande amico e maestro. L’enorme spinta spirituale che Padre Anthony ricevette durante tutto il tempo in cui lavorò assieme a Gandhi perdura tutt’oggi ed è il carburante che lo spinge senza tregua a continuare la sua missione.
Negli anni in cui visse e lavorò in Europa (1935-1945) e a Calcutta (1945-1951) Padre Anthony incontrò molti Lama tibetani, diversi leaders spirituali dell’India, Anandamay Ma, Meher Baba, Swami Shivananda, ed altri; vennero poste così le basi dei suoi ideali esoterici, psicologici, nazionali ed internazionali. Dal 1951 al 1953 fu Direttore del Reasearch Institute for Eastern Philosophy presso il Ramchoddas Lotvala Trust di Bombay. Nel 1952 si trasferì a Bandra, allora sobborgo di Bombay, e piantò le tende sotto una tettoia del Retreat House.
Dal 1955 al 1957 Padre Anthony fu il parroco della chiesa del Sacro Cuore di Worly, Bombay, che lasciò quando iniziò a raccogliere bambini orfani e a lavorare per loro a Bandra; nacque così la Welfare Society for Destituite Children nel 1957 che fu registrata come associazione caritatevole nel 1960. Questa opera iniziò all’ombra di alcuni alberi e dopo due decadi è cresciuta fino ad essere il complesso educativo che è oggi, ospitato negli edifici dell’Aquina Hall e del Sadhana Hall ed è guidato ora da Sorelle, Fratelli e Operatori Sociali della Missione Sat Cit Ananda.
Nel giugno del 1962 Padre Anthony ebbe una speciale udienza con Papa Giovanni XXIII in Vaticano. Papa Giovanni confermò la missione di Padre Anthony con i bambini orfani di Bombay ed il suo apostolato missionario per portare avanti l’unità culturale e spirituale tra le religioni, le razze e le nazioni della famiglia umana.
La prima donazione per la Aquina Hall venne da Papa Giovanni che offrì anche la mitra arcivescovile a Padre Anthony che, infiammato dagli ideali di vita e dall’esempio del Mahatma Gandhi, il suo guru, rifiutò l’offerta e preferì continuare a lavorare nell’idealismo evangelico e nella povertà di Gesù, di Buddha e degli altri profeti che amava.
Più impegnato di un’ape, Padre Anthony continuò a lavorare a Bombay ed in Europa. Ha pubblicato oltre quaranta libri e qualche migliaio di articoli in giornali e riviste, in India e nel mondo. Si alza alle tre di notte, medita, studia, prega, va a fare la sua passeggiata mattutina, scrive, costruisce edifici, fa conferenze e conduce gruppi di studio, mantiene un’ampia corrispondenza con molti paesi.
Noi, i bambini che sono cresciuti alla sua scuola, amorevolmente seguiti ed educati da lui, siamo sempre più orgogliosi del nostro Padre Anthony (o Bhikshu Ishabodhananda, nome che assunse quando conduceva la vita di monaco mendicante, Parivrajika, per mesi interi nel Bihar e Uttar Pradesh). Lui si fa chiamare fratello Anthony, ma per noi è Padre Anthony.
Come segno di gratitudine, del nostro amore e devozione, al nostro Padre e guru, Padre Anthony, dedichiamo queste poche e imperfette righe.

Bauty De Melo, Nirmala Guru, Usha Sharma, Edna De Souza St. Catherine of Siena School Bandra - Bombay 26 gennaio 1982

fonte ufficiale:link




Grazie Maestro per i tuoi insegnamenti

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